Cheope è la forma greca di Khufu (2551-2528 a.C.), il nome del re figlio del faraone Seneferu (IVª Dinastia, Regno Antico 2686-2181 a.C.), cui succedette al trono. Si ritiene che in origine fosse alta 146 metri. I secoli l’hanno corrosa, riducendola all’altezza attuale di 137 metri. L’intero rivestimento esterno della piramide di Cheope era in calcare di Tura. Oggi, ad eccezione di pochi tratti presso la base, è stato tolto dalle facce triangolari. Gli archeologi non sono riusciti a calcolare con esattezza la quantità di pietra tagliata che la costituisce totalmente. Si è stimato, comunque, che, al momento del completamento dei lavori, il nucleo di pietra locale ed il rivestimento esterno di calcare di Tura fossero costituiti di 2milioni300mila blocchi, ognuno del peso di circa 2,5 tonnellate, fino ad un peso massimo per blocco di 15 tonnellate. Altri calcoli fanno, invece, arrivare il peso dei blocchi da un minimo di 2 tonnellate ad un massimo di 70 tonnellate. Secondo queste ultime stime il numero dei blocchi necessari per la costruzione sarebbe stato di 2milioni500mila. La sola cosa certa ed  inconfutabile sull’edilizia delle piramidi è che i blocchi di granito e di calcare, tagliati e squadrati perfettamente (con difetti inferiori a 2,5 mm.), furono accostati l’uno all’altro in modo tale da non lasciare in mezzo uno spazio superiore ai 5 mm. L’ingresso della piramide di Cheope è ubicato nella faccia nord ad un’altezza quantificata verticalmente in metri 16,5 dal livello del suolo e si trova esattamente a metà della faccia nord stessa. Da questo ingresso un corridoio di circa un metro di larghezza scivola verso il basso contro una stanza incompiuta ad un angolo di poco superiore a 26 gradi. Nel pavimento è scavata una fossa quadrata e le rozze pareti della camera somigliano ad una cava. La parete meridionale contiene un’entrata non rifinita che si apre su una galleria senza sbocco. La presenza di tale passaggio spinge gli egittologi a credere che, se il piano progettuale originale fosse stato completato vi sarebbe stata in fondo al corridoio cieco una seconda camera oltre la prima. Un’altra ipotesi più condivisa sul corridoio e la camera incompiuta, vuole che entrambi sarebbero stati lasciati volutamente vuoti e non finiti per convincere i ladri tombaroli a credere che nella Piramide di Khufu non fosse mai stato sepolto un ricco faraone. Tale ipotesi è, del resto, confermata dalla presenza di un altro pozzo che porta al corridoio discendente, a circa 20 metri dall’entrata della camera incompiuta. Il pozzo in questione potrebbe avere avuto anch’esso lo scopo di confondere i futuri ladri. Comunque la tesi più accettata è quella che considera il pozzo funzionale, all’epoca della costruzione della piramide, alla fornitura di aria agli operai al lavoro nella camera incompiuta. Dopo circa 20 metri, nel corridoio discendente prima descritto, vi è un’apertura che comunica con un altro corridoio ascendente di dimensioni uguali a quello discendente. Questo corridoio ascendente è lungo 40 metri con una pendenza quasi identica a quella del corridoio discendente. Nel punto in cui i due corridoi si incontrano vi sono 3 grossi blocchi di granito, uno dietro l’altro, che impediscono l’ingresso del corridoio ascendente da quello discendente. All’estremità del passaggio della parte superiore del corridoio ascendente, presumibilmente a metà strada tra il lato nord e quello sud della Piramide, direttamente sotto il vertice, vi è una camera chiamata <<Camera della Regina>>. Essa misura più di metri 5,50 x 5,20 ed ha un soffitto aguzzo che arriva sino ad un’altezza di oltre 6 metri. Nella parte est c’è una nicchia, profonda metri 1,05, alta metri 4,50 e larga metri 1,50, progettata per ospitare una statua che però non vi venne mai collocata. Tale Camera contiene 2 pozzi ciechi uno sulla parete settentrionale ed uno su quella meridionale. Secondo numerosi studiosi questi pozzi senza sbocco  avrebbero svolto la funzione di condotti di ventilazione o avrebbero fatto parte del labirinto che aveva lo scopo di disorientare i ladri di tombe od ancora avrebbero avuto una funzione astrologica. La continuazione del corridoio ascendente, dopo 40 metri, costituisce il celebre complesso architettonico interno alla Piramide di Cheope noto come <<Grande Galleria>>. Tale galleria è lunga 30 m. ed alta quasi 10 metri. Le sue pareti sono di calcare levigato e raggiungono un’altezza di 2,25 m. Alla base di ciascuna parete c’è un marciapiedi dell’altezza di 60 cm. e larghezza 50 cm. ed al centro è situato un passaggio ampio 1 metro. La <<Grande Galleria>> venne costruita con una pendenza di 26°. Alla estremità in basso della galleria in questione vi è un pozzo di luce provocato dalla rimozione delle pietre che una volta collegavano il pavimento col corridoio ascendente coprendo l’apertura del passaggio orizzontale che conduce alla Camera della Regina. Lo spostamento della pietra più bassa del varco mise allo scoperto un pozzo discendente verso la parete ovest del corridoio discendente. Una pietra sollevata di quasi un metro dalla pavimentazione ed ubicata alla estremità nord della <<Grande Galleria>> fornisce l’ingresso ad una strettoia bassa di circa 1,20 m. x 1,20 che porta alla Camera del Re. Ad un certo punto questo passaggio di calcare levigato si rende più largo costituendo una sorta di anticamera di granito rosso levigato. Poi il passaggio continua con la sua larghezza originaria inferiore a 1,20 m. sino alla Camera del Re. La Camera del Re è totalmente costituita da blocchi di granito rosso levigato misuranti quasi m. 5,20x10,40 m. per un’altezza di 5,80 m. Il soffitto è costituito da 9 lastre di calcare e raggiunge il peso di 400 tonnellate. Nelle pareti meridionale e settentrionale vi sono pozzi somiglianti a quelli che si trovano nella Camera della Regina. È probabile che i pozzi attraversassero l’interno della Piramide di Cheope sfociando sulla superficie. In direzione della parete occidentale è situato il sarcofago rettangolare di granito, senza coperchio. Molti egittologi asseriscono senza alcun dubbio che in quel sarcofago giacesse il corpo del faraone collocato in una bara di legno. L’enigma relativo al sarcofago della Camera del Re è che esso è più largo di 2,5 cm rispetto alle dimensioni del corridoio ascendente. Dal momento che è impossibile che il sarcofago stesso sia stato trasportato in camera tramite il suddetto corridoio, gli egittologi sostengono che dovette essere sistemato mentre veniva edificata la piramide.
Megalithic lunar observations. Notes on Logarithmic Spiral of the Golden Section. The Pyramids and Cosmic Energy. Metaphysical Mysteries of the Great Pyramid. Psychic Discoveries. The Infinite Concept of Cosmic Creation. Cosmic Superimposition. The Secret of Light. Pyramid Meditation.
La seconda piramide di Giza è quella cosiddetta di Re Chephren (in egiziano antico Khaef-Re, 2520-2494 a.C.). Tale seconda piramide appare a prima vista più alta di quella di Cheope semplicemente perché è situata su un terreno più alto. Quando viene costruita essa misura circa 216 metri di lato e 143 di altezza; attualmente arriva però a 210 metri di lato e 136 m. di altezza. Altr motivo che causa l’illusione ottica di maggior altezza rispetto alla Cheops’ <<Great Pyramid>> è che le facce della Khafre’s pyramid hanno una inclinazione più ripida (52° 20’) che le fanno raggiungere un’altezza inferiore di soli 3 metri a quella di Cheope, nonostante la base della Chephren’s pyramid sia più piccola. Esternamente la piramide di Khafre presenta due rivestimenti con pietre diverse: alla base granito rosso, al vertice calcare di Tura. Sulla faccia settentrionale della piramide in questione vi sono 2 vie di accesso alla sovrastruttura: un ingresso è collocato immediatamente al di sotto dell’altro, oltre il muro delle fondamenta. Ambedue i corridoi scendono con la stessa inclinazione. Il più alto, di granito rosso, diventa, ad un determinato punto, pianeggiante e porta in una camera lunga 14 m., larga 4,80 m. ed alta 6,60 m. La camera è allineata col lato corto in direzione nord-sud. La camera, tranne il soffitto, è scavata nella roccia sotto la piramide. Il soffitto è formato da lastre di calcare poste secondo la angolazione delle facce della piramide. Si apprezzano tentativi di scavo di pozzi di ventilazione mai realizzati. Nel lato ovest della camera è collocato un sarcofago rettangolare di granito levigato calato nel terreno di pavimentazione fino all’altezza del coperchio. Quando gli archeologi penetrano nel 1818 per la prima volta nella stanza trovano il coperchio del sarcofago rimosso e spezzato in due. Non vi è traccia della mummia. Il corridoio più basso diventa ad un certo punto anch’esso pianeggiante, come quello superiore, e quindi risale per fare il suo ingresso nel settore orizzontale della stessa camera. La parte orizzontale del corridoio inferiore contiene nel suo lato ovest una rampa di accesso che conduce ad una camera lunga circa m. 11,50, larga 3 m. ed alta 2,40 m. È probabile che proprio questa camera, originalmente, quando fu costruita la piramide, fosse destinata ad essere la tomba e che, successivamente, per motivi oscuri, venisse costruita quella più grande per ospitare il sarcofago.
La terza piramide più importante di Giza è quella di Menkaure (2494-2472 a.C.), noto come Micerino. Essa copre un’area che è ¼ di quella di Cheope ed è attualmente alta 61 metri, contro i 65 m. dell’altezza delle origini. Essa è rivestita di calcare di Tura nella parte nord e di granito rosso in quella sud. Il colonnello britannico Howard Vyse entra per la prima volta nella piramide di Micerino tra il 1837 ed il 1838, durante i suoi lavori di scavo. Vyse trova un sarcofago rettangolare   sigillato, di basalto scolpito e decorato di pannelli. Scopre anche alcune ossa umane ed il coperchio di una bara di legno su cui è scritto il nome di Menkaure. Vyse decide di inviare in Gran Bretagna il sarcofago probabilmente mai aperto. Ma la nave affonda nelle vicinanze della costa spagnola ed il sarcofago (pieno?) si inabissa colla stessa imbarcazione. Non se ne avranno più notizie. Vi è un corridoio dentro la piramide che si presume sia stato all’origine l’ingresso principale mai ultimato e quindi cieco; viene inoltre costruito un secondo corridoio inferiore che porta ad un’anticamera e poi conduce in una camera rettangolare in direzione est-ovest. Alla fine di questa sala c’è una camera sepolcrale fatta di granito in tutte le sue componenti, pavimento, pareti e tetto a punta.